"Tuttobrivido" di Tess Gerritsen (Harmony Intrigue)



Trama: Sola in Europa alla ricerca del marito di cui ha perso le tracce e che tutti giudicano ormai morto, Sarah Fontaine è finita dritta in un covo di spie, controspie e assassini a sangue freddo, con la CIA alle calcagna e tanti indizi che la conducono dal marito che in realtà ha più di un'identità... In questo suo peregrinare le si affianca Nick O'Hara che la salva da tutti i pericoli tranne da quello di innamorarsi di lui...

Commento critico di Lunaria: Avevo già recensito un romanzo di spionaggio
 http://recensioniromanzirosa.blogspot.it/2017/08/blog-post.html
ma devo dire che "Tuttobrivido" di Tess Gerritsen è decisamente superiore su tutti i livelli! è sicuramente uno dei migliori Harmony Intrigue che ho letto. Il ritmo è scattante, tesissimo, come la suspence, distillata praticamente ad ogni pagina, con un succedersi ininterrotto di colpi di scena fino al finale tutto azione e davvero all'ultimo respiro. Pochissime le scene d'amore ma in questo caso non è un difetto perché la vicenda è davvero intrigante e ha un veloce "taglio cinematografico" adrenalitico che la rende quasi palpabile e "sempre in corsa", come anche la passione erotica che sboccia tra i due protagonisti, che per tutta la vicenda non hanno neanche un attimo di respiro! Ottime le caratterizzazioni psico-fisiche dei personaggi, e i loro desideri, dolori, vicende passate; personaggi mai banali e mai stereotipati pur dividendosi, per forza di cose, in "buoni e cattivi" ma con un certo spessore psicologico dietro che li rende tutti ben descritti. Più di una volta ho fatto fatica a "smettere di leggerlo" perché ero davvero curiosa di leggere un capitolo dietro l'altro, essendo così ben narrato e raccontato, sa tenere desta l'attenzione della lettrice. Il libro è del 1987 e in Italia è uscito nel 1988, quindi è di difficile reperibilità oggigiorno, eppure ne vale davvero la pena.

Qualche stralcio del libro:

"L'aria profumava di fiori. Sull'erba ai piedi di Sarah giaceva un mucchio di garofani, gladioli e gigli. Per il resto della sua vita quel profumo l'avrebbe fatta star male ricordandole quella collina e quella distesa verde punteggiata di lapidi di marmo, e la foschia che aleggiava sulla valle sottostante. Tutto il resto, le parole del celebrante, la stretta della mano di Abby intorno al suo braccio, persino le gocce di umidità sul viso, lo sentiva appena: era solo la cornice del suo dolore [...] Attraverso la foschia si vedeva una pallida pennellata rosa. E il dolore tornò più lancinante: era di nuovo primavera, di nuovo i ciliegi erano in fiore, ma Geoffrey non li avrebbe visti.

*

Era nel mezzo della stanza quando se ne rese conto: c'era un vuoto nella libreria. La fotografia del suo matrimonio non c'era più. Non riuscì a reprimere un grido di rabbia. Per la prima volta da quando era entrata in casa sentì con intensità il senso di violazione, di invasione del suo territorio.

*

"Pronto?", disse. 
"Vieni da me, Sarah. Ti amo."
Il grido le si strozzò in gola. La stanza cominciò a girarle intorno. Allungò un braccio per cercare un appiglio. Il ricevitore le sfuggì di mano e cadde al suolo. Sentì una voce che gridava "è impossibile! Geoffrey è morto!" Poi si rese conto che era la sua stessa voce [...] Tutto ciò che era accaduto nelle due settimane precedenti svanì come un incubo alle prime luci del giorno. Non era stata realtà. La voce che aveva appena sentito, quella era la realtà. E Geoffrey era vivo.

*

"Credi che Geoffrey sia vivo, vero?", mormorò lei.
"Credo di sì."
Lei guardò le loro mani intrecciate sul tavolo. "Non ho mai creduto che fosse morto", sussurrò.
"Adesso che sai, che cosa provi per lui?"
"Non lo so... non so più... Per tutto questo tempo, mi sono fidata di lui, ho creduto in lui. Tu penserai che sono stata ingenua, e forse è vero. Ma se hai trentadue anni e non sei molto carina, quando un uomo ti dice che ti ama tu non chiedi di meglio che credergli."

*

Sarah gridò. Un attimo dopo un proiettile colpì il finestrino della Ford e li costrinse entrambi a gettarsi a terra [...] Come un animale braccato Sarah schizzò incespicando in direzione della MG. Altri proiettili spaccarono la vetrina di un negozio [...] Paralizzata dal terrore Sarah si trovò a guardare in faccia l'assassino attraverso i finestrini [...] Ipnotizzata da quel sorriso di teschio Sarah ebbe solo una vaga percezione dell'ostacolo.

*

"Non chiedermi niente. Abbracciami forte, fammi dimenticare. Voglio dimenticare."
"Sì", disse lui prendendole il viso tra le mani. "Ti farò dimenticare tutto."
Sarah sentì le labbra di Nick su di sé. Le sue dita le accarezzarono il collo e scesero a sbottonare la camicetta [...] Sarah vide solo il suo profilo disegnato dalle luci intermittenti delle insegne al neon. Era un'ombra librata su di lei, un'ombra che si materializzò quando i loro corpi s'incontrarono e le loro bocche si trovarono.

*

 "Lei potrebbe non uscire viva da questa ricerca. Se ne rende conto, vero?"
Sarah rabbrividì. "Sto sopravvivendo a malapena, adesso. Vivo nel terrore e continuo a chiedermi quando verrà la fine e se sarà dolorosa. Con Eva hanno usato un coltello."

*

[...] Sarah si lasciò cadere sul sedile mentre sentiva la voce di Nick che gridava il suo nome. Si sentì mancare le forze. Era un animale braccato: la CIA le dava la caccia. Magus le dava la caccia. In qualunque direzione fosse fuggita, sarebbe finita nella rete di qualcuno dei cacciatori.

*

Protetta dal suo braccio Sarah percorse il corridoio e cominciò a scendere le scale. Quando poterono vedere l'ingresso Nick si fermò di colpo. Ai piedi della ripida scala una macchia scura di sangue stava inzuppando il tappeto azzurro, e riversa sul pavimento, i capelli intrisi di sangue, giaceva Corrie. Un'ombra si stagliò sul muro dell'ingresso. Qualcuno stava camminando nel soggiorno. Poi l'ombra divenne più grande: lo sconosciuto si stava avvicinando alle scale.

*

Non vide l'uomo nell'ingresso finché non fu troppo tardi. Lui si mosse rapido e preciso, come un serpente all'attacco. Sarah si ritrovò in un abbraccio così stretto che le tolse il fiato necessario per strillare. Vide solo una mano guantata e il bagliore di una pistola. [...] Nick cadde all'indietro, come se avesse ricevuto un pugno in pieno petto, mentre un fiore rosso sbocciava sulla sua camicia. Sarah urlò, e continuò ad urlare mentre l'uomo la trascinava verso la porta.

*

Si chinò per farlo e scoprì che sanguinava copiosamente da una caviglia. Doveva essersi tagliata sfondando il vetro. Strano, però: non sentiva alcun dolore. Mentre osservava il proprio sangue come ipnotizzata, udì nuovi rumori: Kronen che tentava di sfondare la porta dell'ufficio. Non aveva tempo da perdere. Scavalcò la finestra. Il vestito le s'impigliò in un vetro rotto: si liberò con uno strattone. [...] Un rumore di legno infranto la costrinse ad agire. Dopotutto ormai la scelta era semplice: una morte rapida o una dolorosa. L'orrore di una caduta e poi il dolce nulla sarebbero stati infinitamente preferibili a una morte lenta tra le mani di Kronen.

*

Le dita di Kronen artigliarono l'apice del tetto. Agghiacciata Sarah vide la sua testa sorgere dall'ardesia come un astro maligno. I loro occhi si incontrarono e lei non vi trovò odio, ma impazienza: era ansioso di vederla morire.




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